DIAGNOSTICA DEL TUMORE DEL COLON NELL’UOMO E NELLA DONNA

Il tumore del colon-retto è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste l’organo. Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità dopo quello della mammella nella donna e il terzo dopo quello del polmone e della prostata nell'uomo. La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni, raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne. In Italia, si stima che questo tumore colpisca circa 50.000 donne e 75.000 uomini ogni anno. La ricerca del sangue occulto nelle feci è in grado di identificare il 25% circa dei tumori, è  quindi raccomandata per tutti gli individui tra i 50 e i 75 anni di età, con cadenza biennale. La probabilità di sviluppare un carcinoma di questo tipo s’innalza bruscamente dopo i 50 anni. Ma l’ottima notizia è che la storia naturale del tumore è nota: il 90% delle presenze maligne nel grosso intestino deriva da una lesione precancerosa, la cui trasformazione richiede circa 10 anni. È estremamente importante quindi eseguire nei tempi opportuni i test rivelatori. Le attuali linee guida prevedono che tutti gli individui sani, al di sopra dei 50, inizino a sottoporsi al test del sangue occulto in un campione di feci ogni anno. Tale raccomandazione è bene che sia evidenziata dal medico durante la sua visita. Se viene associato alla colonscopia ed effettuato ogni 10 anni dopo i 50 anni di età, è in grado di individuare il 75% dei tumori. I casi risultati positivi infatti necessiteranno di un ulteriore accertamento attraverso una colonscopia, per confermare il sospetto diagnostico. Colonscopia: è l’esame che permette al medico di scrutare la superficie interna del colon grazie a un tubo flessibile. Dopo i 45 anni, è consigliato una volta ogni cinque anni. L’esame andrà anticipato qualora dovesse esistere un rischio di cancro al colon per ragioni familiari o storia personale. Oggi con l'adozione di aggiornate tecniche di sedazione del paziente tale esame non desta più preoccupazione o fastidio e il suo utilizzo è costantemente in aumento; inoltre tale esame permette di evidenziare la presenza di polipi precancerosi la cui eventuale evoluzione maligna potrà essere eventualmente seguita nei successivi periodici esami. Alcune società scientifiche, come l'American Cancer Society, raccomandano di sottoporsi a tutte e due le pratiche diagnostiche appena compiuti i 50 anni, indipendentemente dalla presenza di una familiarità per il tumore.

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