Numerose patologie sono causa di dolore cronico che come tale non ha più alcuna funzione di protezione o di difesa, ma è una “malattia” vera e propria che provoca sofferenza e diventa un “dolore inutile”.
Non provare dolore inutile è un diritto di ogni cittadino.
La percezione che il dolore sia qualcosa di inevitabile e secondario rispetto alla patologia di base può condurre ad un suo inadeguato trattamento. Il dolore cronico è invalidante dal punto di vista fisico, sociale ed emozionale e ciascuno deve poter accedere alle cure necessarie per alleviarlo. I progressi della scienza e la possibilità di un uso razionale dei farmaci oppioidi come la morfina, consentono di controllare il dolore nella maggior parte dei casi, sia che si tratti di dolori legati alle patologie tumorali che a dolori cronici in corso di patologie degenerative.
Nel 2001 il Ministero della Sanità ha istituito una Normativa sull’ospedale senza dolore”, un progetto specifico finalizzato a incrementare il monitoraggio, la valutazione, la formazione e le modalità di trattamento del dolore. Sono attivi in Italia anche numerosi Centri per la Terapia del Dolore e per le cure palliative. “Palliativo” deriva dalla parola latina “pallium” che significa mantello, protezione. Le cure palliative costituiscono, infatti, una serie di interventi mirati a migliorare il più possibile la qualità di vita dei pazienti in fase avanzata di malattia cronica ed evolutiva e offrono un sistema di supporto anche per la famiglia.
Nel trattamento del dolore cronico, considerando la centralità della persona e ponendo attenzione a tutti i bisogni psichici, fisici, sociali e spirituali, si dimostrano efficaci anche interventi non farmacologici come provvedimenti di natura fisica (esercizi, agopuntura) e comportamentali (distrazione, rilassamento, preghiera).
Meno male.
In farmacia l’informazione contro il dolore
*tratto da Calendario della Salute 2009